L’inizio di una nuova era il
“WASTE TO FOOD”
Non si fa innovazione lasciandosi frenare dai pregiudizi, tantomeno si superano i propri limiti lasciandosi distrarre dalle difficoltà di percorso. La ricetta è antica quanto efficacie: impegno, passione, mente aperta, metodo scientifico, perseveranza e resilienza.
Sia i rifiuti plastici, sia la produzione di cibo sano, e a maggior ragione prelibato, sono temi fondamentali del nostro tempo, questioni che richiedono soluzioni urgenti nel pieno rispetto dell’ambiente in cui viviamo, e nell’ottica di un miglioramento qualitativo di vita in diverse aree del nostro pianeta.
Se vi dicessi semplicemente che trasformiamo i rifiuti plastici in cibo buono, a parte non essere così tecnicamente convincente, la prima risposta lecita e spontanea potrebbe essere: “io di certo non voglio mangiare quel cibo”.
Se correggessi la frase dicendo che è possibile produrre cibo sano partendo dai rifiuti plastici, guadagnerei un po’ più di fiducia, ma alla maggior parte di voi rimarrebbero dubbi sul consumo di tale cibo.
Per spiegare, come sia possibile ”una simile trasformazione” e togliere ulteriori perplessità sul consumo di questi alimenti, è necessario entrare un po’ di più nel dettaglio del processo produttivo.
L’idea è nata da un team di ingegneri e imprenditori italo-svizzero, dei quali sono orgogliosamente parte attiva, con esperienza nella valorizzazione dei rifiuti e nella produzione di biochar quale fertilizzante organico naturale prodotto con processi innovativi, sicuri e rispettosi dell’ambiente. Il concetto non nasce per caso, ma è frutto di anni di impegno nello sviluppo di tecnologie al servizio sia dell’ambiente sia dell’agricoltura.
La ricerca è iniziata con lo scopo di trovare una soluzione intelligente e innovativa ai rifiuti organici e in particolar modo a quelli plastici. Le direttive della comunità europea pongono come obiettivo raggiungibile riciclare almeno il 65% dei rifiuti, ma del 35% rimanente cosa ne facciamo? In risposta a tale domanda, il team operativo ha perfezionato dei reattori a dissociazione molecolare per trasformare le plastiche non riciclabili in gas di sintesi “sysngas” e poi in energia termica. L’energia termica è poi trasformabile in energia elettrica in caso di necessità mediante turbine a vapore o sistemi ORC. Il sistema di dissociazione molecolare o semplificando di gassificazione, produce oltre all’energia termica anche CO2 contenuto all’interno dei fumi caldi esausti.
Il sistema di gassificazione dei rifiuti plastici evita la produzione di inquinanti pericolosi come le diossine e i furani, in quanto il syngas viene combusto a temperature superiori ai 1.000 °C.
L’esperienza nella produzione di fertilizzanti ha permesso, al gruppo di lavoro, di sviluppare sia interessi che competenze su applicazioni in ambito di agricoltura avanzata.
Come tutti sanno il processo di fotosintesi, alla base di ogni sviluppo vegetale, richiede luce, calore e CO2, ovvero i prodotti e i sottoprodotti dell’impianto di gassificazione. Convogliando energia termica, energia elettrica e CO2 in una serra controllata è possibile coltivare qualsiasi ortaggio, erba officinalis o alga ad uso alimentare e farmaceutico.
Al momento sono allo studio sperimentale sia la coltivazione di orticole come i pomodori sia la piantagione di frutta come le fragole, per quelle aree dove non è possibile la coltura all’esterno. Uno studio particolare, e la relativa verifica di reddittività, è in corso nella coltivazione di alghe come la spirulina o la astaxantina ad uso medicale e farmaceutico. L’impianto di gassificazione produce energia ventiquattro ore al giorno per complessive 8.000 ore annue, in questo modo si possono ottenere produzioni di alghe notevolmente superiori, illuminando costantemente i reattori di coltivazione H24 e alimentandoli con la giusta quantità di CO2.
Ora che il processo è un po’ più chiaro, non sembra così inconcepibile utilizzare la plastica per produrre cibo sano e edibile per l’essere umano, e consideriamo anche la possibilità che ne deriva di coltivare prodotti per migliorare la salute curando diverse patologie.
Il primo impianto è in funzione e viene utilizzato prevalentemente per i vari test di settaggio dei parametri nelle differenti coltivazioni. Un impianto con produzione interessante è in costruzione e vedrà i primi risultati operativi entro la fine del 2024.